Lambrusco di Modena e le sue Cantine | I Love Maranello
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Lambrusco di Modena e le sue Cantine

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I Lambruschi Doc: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di S.Croce e Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.

ZONA TIPICA DI DI PRODUZIONE
Il nord-est della provincia di Modena, la cosiddetta “bassa” modenese (Sorbara, Bomporto, Bastiglia, Campogalliano, Carpi, Modena, Nonantola, Ravarino, San Prospero, Soliera) è zona di produzione del Lambrusco di Sorbara.
Nei terreni del Carpigiano a nord-ovest della provincia di Modena (Campogalliano, Camposanto, Carpi, Concordia sul Secchia, Cavezzo, Medolla, Mirandola, Novi, San Felice sul Panaro, San Possidonio, Soliera) è coltivato il vitigno per il LambruscoSalamino di S.Croce.
Dall’alta pianura e dalle colline modenesi (Castelvetro, Castelnuovo Rangone, Castelfranco Emilia, Fiorano, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Prignano sul Secchia, San Cesario, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Sassuolo, Vignola) ha origine, infine, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro.

PIATTI ED INGREDIENTI
Il Lambrusco si abbina magnificamente con tutti i piatti della cucina emiliana: antipasti (salumi, insaccati, parmigiano-reggiano, ecc..), primi piatti (tortellini, lasagne, tagliatelle, ecc..), secondi piatti (cotechino, zammpone, ecc..), dolci (“bensone”, “amaretti”, ecc..). 
Per i dolci si accompagna la versione amabile

BREVE STORIA DEL PRODOTTO
Il Lambrusco deriva dal vitigno “labrusca”, già noto agli Etruschi e ai Romani, ancor prima ai Galli Liguri. Catone ne parla nel II sec. a.C. nel “De Agri Cultura”.
Lucio Moderato Columella, Plinio il Vecchio, enciclopedico romano, e Discoride, medico e farmacologo greco, citano spesso la “labrusca” già nel I secolo. A proposito delle caratteristiche di questo antico parente del Lambrusco, il grande naturalista morto durante un’eruzione del Vesuvio è piuttosto chiaro. In un latino cui non serve traduzione afferma che è “singulare remedium ad refrigerandos in morbis corporum ardores”.
C’è testimonianza di un suo trasporto alla cantina ducale il 29 ottobre 1693 e mezzo secolo più tardi, la sua presenza a corte è già consolidata, tanto che nei documenti relativi si parla di “uve nere forti”, provenienti da varie zone del modenese, tra cui Sorbara.
Il più grande ampelografo italiano, Italo Cosmo, nella sua monumentale opera “Principali vitigni di vino coltivati in Italia”, descrive tre diversi Lambruschi modenesi: il Grasparossa, il Salamino ed il Sorbara, che viene giudicato dallo stesso Cosmo il più importante, perchè dà un vino più pregiato.

Lambrusco di Sorbara
Noto anche come Lambrusco della viola per il suo caratteristico sentore floreale, secondo il disciplinare di produzione,può essere prodotto con un 60% minimo di uve del vitigno omonimo ed un 40% massimo di Lambrusco Salamino. Le caratteristiche organolettiche maggiormente distintive sono : il colore da rosato a rosso rubino chiaro ed una spuma vivace dai toni rosei, delle note olfattive intense e di buona finezza fra le quali si possono riconoscere la violetta ed i frutti come il ribes, mentre al palato il sapore è fresco e delicato, di corpo non molto pronunciato. Può essere prodotto nelle tipologie rosso o rosato, secco, abboccato, amabile e dolce.

Lambrusco Salamino di santa Croce 
Il vitigno salamino è senza dubbio il Lambrusco più coltivato del modenese, in quanto possiede un’ottima vigoria e fornisce una produzione copiosa e costante vendemmia dopo vendemmia. la normativa stabilisce che debba essere prodotto con almeno il 90 % delle uve dell’omonimo vitigno e il 10 % restante da altri Lambruschi Ancellotta e Fontana. la gradazione alcolica minima è 10,5°. Le caratteristiche organolettiche che lo distinguono sono: il colore rosato o rosso rubino carico con toni che variano al viola ed un’effervescenza abbastanza persistente che accompagna fuori dal bicchiere note olfattive vinose e fruttate. In bocca è fresco, sapido, armonico e moderatamente tannico. E’ ideale per accompagnare qualsiasi pasto. Lo si può bere nelle tipologie rosso o rosato, secco, abboccato, amabile e dolce.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro
Indubbiamente elegante ed armonico, sebbene presenti un corpo più sostenuto rispetto alle altre tipologie di lambrusco, è di colore rosato oppure rosso rubino intenso con sfumature violacee e spuma di media persistenza, mentre all’olfatto manifesta note vinose e di frutta fresca.La denominazione doc stabilisce che venga prodotto con uva di Lambrusco Grasparossa almeno per l’85% ed il resto con gli altri Lambruschi Fontana e Malbo gentile. L’alcol minimo è pari a 10,5. Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro può essere rosso o rosato, secco, abboccato, amabile e dolce.